domenica 19 febbraio 2017

TUTTA LA STORIA DEL MONDO FINISCE A PRATO ! Curzio Malaparte

Sono sempre stata affascinata da Prato e dai pratesi , infatti ne ho sposato uno !!
Avrei voluto nascerci in questa città che sento mia da sempre,purtroppo la sorte mi fece nascere a Firenze, citta bellissima, ma i cui cittadini sono poco graditi ai pratesi ed in genere la cosa è reciproca.
Io invece amo Prato e mi sono sempre sentita pratese a tutti gli effetti.
Ci sono venuta ad abitare a 18 anni, mio padre lavorava già nel settore pratese dei filati e questo ci ha  fatti sentire da sempre a casa.
Quello che mi ha subito affascinato di questa città è lo spirito imprenditoriale che i pratesi degli anni 60 avevano!
Qui c'era lavoro per tutti e i tessuti hanno dato la ricchezza a tantissimi, ma il mestiere che ha dato il via a questo commercio di tessuti e delle lane è partito dal "cenciaiolo".
Chi era ?





Era una persona che aveva un magazzino o lo prendeva in affitto, faceva arrivare da tutto il mondo gli abiti e pezzi di stoffa usata o nuova, di tutti i colori e gli sceglieva.
In queste balle c'era la storia del mondo, perchè durante la scelta venivano trovati dei veri cimeli, appartenuti a persone di ogni nazionalità !
A Prato arrivavano balle pienissime di cenci, cioè di abiti vecchi e nuovi che la gente gettava via e che i "cenciaioli" dividevano a colore e  questi abiti, maglie cappotti arrivati da tutte le parti del mondo, venivano rigenerati con un preciso processo di lavorazione, fino a diventare i meravigliosi tessuti che hanno fatto Prato famosa nel mondo.
In questi grandi magazzini venivano anche giovani creativi ad ispirarsi, perché qui arrivava la storia,la moda del mondo..
A quei tempi io mi vestivo in modo strano, mi piaceva andare come facevano tanti giovani stilisti a cercare capi particolari tra questi cenci...era un anticipazione dell'attuale moda vintage.
Un volta ho trovato un cappotto bellissimo, praticamente nuovo, che se ne stava li gettato nel monte del giallo!
È stato un amore a prima vista!
Era di una bellissima lana boucle'con un collo grandissimo sciallato, lungo sotto il ginocchio e fatto ad uovo....non aveva l'etichetta, ma io mi sono immaginata che fosse appartenuto ad una diva del cinema degli anni 50 !
Il cenciaiolo non ha voluto neppure che glielo pagassi, tanto cencio più , cencio meno, in quel marasma!
Lui scuoteva la testa nel vedere tanti giovani  affascinati da quella roba vecchia
"Con tutti quei bei vestitini che vendono,( nei primi grandi magazzini di allora)..questi grulli vengono a prendere questi cenci "diceva ah ah
Non ho mai più amato un  cappotto quanto quello, lo feci lavare e quando lo indossai mi sentivo una divina!
Mi immaginavo fosse appartenuto a Marlene Dietrich o Rita Hayworth pensavo che lo avessero indossato una volta e poi gettato perché ne avevano tanti.
Lo indossavo con molto orgoglio, anche se era molto particolare, ma raffinatissimo.
Nessuno aveva un cappotto giallo tra le mie conoscenze, ma non me ne curavo!
Molti mi guardavano incuriositi nel vedermi così sicura e questo mi faceva ancora più piacere, perché a me le cose uguali a tutti, non sono mai piaciute.
Chi non ha vissuto a Prato in quegli anni non può immaginare quanti personaggi che poi sono diventati famosissimi, sono passati nei lanifici pratesi che, anche oggi quelli rimasti, producono stoffe per gli stilisti di tutto il mondo!
Qui la creatività è di casa, in ogni famiglia c'è qualcuno che si occupa della creazione dei tessuti e capita spessissimo che chi viene a negozio, riconosca il proprio tessuto negli abiti delle ditte da cui ci serviamo.
Amo tanto questa città, quasi come l'ha amata Curzio Malaparte, che nel suo libro:
"Maledetti toscani"dice in maniera provocatoria...che se non fosse nato a Prato, non avrebbe voluto nascere!

Ora è molto cambiata....ma questa è un altra storia, ne parleremo un altra volta!
Buona domenica dalla vostra nonna Pat❤

5 commenti:

  1. Bellissima storia! Non sono mai stata a Prato, pur conoscendo la Toscana molto bene, con suoceri toscani , casa al mare in Maremma, estati e viaggi...
    E che dire del...pre vintage? Come ti capisco! Noi avevamo la grande soffitta nella casa di nonna piena di bauli, dai quali stringevo a piene mani.. addirittura usavo le tenute da caccia di uno zio della mamma, per non parlare delle cose meravigliose del corredo della nonna paterna. Ho usato persino dei mutandoni come bermuda!!!!!
    I tuoi racconti sono sempre meravigliosi!
    Un abbraccio Emanuela

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    1. Ciao cara Emanuela, come sempre rispondo con ritardo, ma sicuramente ormai sai che prima o poi , rispondo sempre ah ah
      Tutte noi abbiamo usato camice da notte delle nonne o sottovesti o come te vestiti da uomo, ma il bello della creativita è proprio questo.
      Grazie, carissima amica per i tuoi complimenti scrivo sempre volentieri, perché so che mi leggi con simpatia!
      Un abbraccio,
      Pat❤

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  2. Non riesco a commentare. Spero ora cara Pat. Conosco Prato. Ci sono stata ben tre volte ed anche nel tuo negozio! E' una bella cittadina. Un abbraccio cara amica! 😘

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  3. Io ancora adesso a 49 anni giro per mercati e compro qualsiasi pezzo vintage che mi piace....è che soddisfazione quando mi dicono:" che carino dove l'hai preso?" Anche un capo d'abbigliamento ha spesso bisogno di un'altra opportunità o no! Valentina

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    1. Hai veramente ragione , cara Valentina....ridare vita alle cose, che sia un abito o un cassettone, è una grande soddisfazione!
      Continua , ti prego!
      Un abbraccio❤❤

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