mercoledì 28 novembre 2018

PANINI AL LATTE

Mi piacciono tantissimo i panini al latte, ogni volta che c'è una festa li faccio.
Ho provato tante ricette per decidere che quella che mi è piaciuta di più e che fa rimanere i panini buoni anche per 2 giorni, è questa!




PANINI AL LATTE

DOSI PER 30 PANINI

400 grammi Farina 00
200 ml latte
50 grammi burro
50 grammi di zucchero
12,50 grammi di lievito di birra
5 grammi di sale

1 tuorlo d'uovo per spennellare i panini



Sciogliere il lievito di birra nel latte tiepido.
Appena fa un po'di schiuma, aggiungere burro fuso e lo zucchero, mescolare bene.

Fare una fontana con la farina sulla spianatoia.
Fare un incavo dove mettere gli ingredienti mescolati più il sale, ed amalgamare velocemente, poi appena è ben assemblato, lavorare l'impasto x 10 minuti almeno, spingendo varie volte in avanti con i palmi delle mani, formare una palla metterla in una ciotola e far riposare  per la lievitazione 2 ore coperta con pellicola o canovaccio.


Passate le 2 ore il volume sarà raddoppiato, allora dare all'impasto una forma allungata, tipo baghette e tagliare in 25/30 pezzetti.







Per dare ad ogni pezzetto la forma tonda, unire i lembi laterali verso il basso .



Adagiare su carta forno i panini ottenuti e spennellarli con tuorlo d'uovo.


!

Se vi piace che i panini siano meno scuri sopra allungare il tuorlo con latte, prina di spennellarli, !
Far riposare ancora 30 minuti, poi mettere in forno caldo ventilato per 15 minuti a 220 gradi.

Se pensate che 30 panini siano  pochi, raddoppiate le dosi, perché vanno a ruba !!!
Buon appetito dalla vostra nonna Pat❤

lunedì 26 novembre 2018

CRESPELLE ALLA FIORENTINA


Se il babbo voleva far contenta la nonna Beppina, le diceva:
"Beppina me le farebbe 2 crespelline come sa fare Lei?"

Lei faceva un pò la sdegnosa per non dargli subito soddisfazione, poi rispondeva:
"Va bene, così poi con l'impasto di spinaci e ricotta, stasera faccio gli " Gnudi "alla bambina (cioè io!)  A Lei non piacciono gli gnugi (ricetta di ravioli senza pasta che vi darò domani) invece alla mia Patrizina piacciono tmoltissimo!...tanto Lei stasera va a giocare a carte...così oggi faccio le Crespelle per tutti e 3 e stasera io e la mia bambina , si mangia da sole , ma si mangia bene!"

Non gli diceva: "Sì, Orazio volentieri!"...faceva un giro lungo ...ve l'ho già detto che voleva sempre farsi desiderare...anche con il mangiare ah ah ah

CRESPELLE ALLA FORENTINA
3 uova
300 gr di spinaci lessati
200 di ricotta di mucca
100 gr di farina
mezzo bicchiere di latte
sale, noce moscata
passata di pomodoro
una tazza di besciamella



Strizzare bene gli spinaci, e tritarli, scolare l'acqua alla ricotta, mescolare con gli spinaci, aggiungendo sale, noce moscata, pepe.
Far riposare il composto, intanto preparare un impasto liscissimo, mescolando le uova con la farina, il latte ed un pizzico di sale.
Prendere una padellina bassa, passarci velocemente il burro e quando sarà bella calda, mettere un romaiolo del composto (a me le crespelle piacciono piccole ma la vera crespella alla fiorentina andrebbe fatta in una padellina più grande con 2 romaioli di composto).
Far in modo che la padellina sia ricoperta uniformemente dal composto, ed aiutandovi con uno stecchino per vedere se si stacca bene, appena è cotta da una parte rigirare e far dorare anche dall'altra.
Appoggiare la crespella su un piatto e continuare a farle con il rimanente composto.


Quando le crespelle saranno pronte, riempirle con l'impasto di ricotta e spinaci, imburrare una teglia da forno, mettere le crespelle preparate, mettere la besciamella sopra, ma non troppa, e ricoprire la parte centrale con pomarola, spolveratina parmigiano, grattatina di noce moscata a piacere ed inforno a 180g x15 minuti.

La nonna amava precisare che le crespelle sono della cucina fiorentina, non francese come vorrebbero farci credere... è stata Caterina de' Medici che ha portato in Francia tante ricette fiorentine, e loro ce le hanno rubate...ovvìa !!!!!!

venerdì 23 novembre 2018

TRECCINE DI SFOGLIA

Chi mi conosce sa che dalle 15 alle 15,30 faccio il "riposino"!!
E' diventato ormai automatico ...alle 15 mi addormento ...alle 15,30 mi sveglio ah ah
Ieri appena aperto gli occhi ho pensato "Alle 16,15 tornano le bimbe da scuola ...ma non ho niente per merenda" ...mentalmente penso come posso rimediare e mi ricordo che in frigo ho un rotolo rettangolare di pasta sfoglia ...IDEA....mi metto all'opera ed alle 16,20...arrivano ed ecco pronte le :



TRECCINE DI SFOGLIA


Ingredienti
1 confezione pasta sfoglia rettangolare
granella di cioccolato
zucchero bianco o di canna a piacere
zucchero vanigliato


Srotolare la pasta e tagliare a strisce di circa 2 cm ciacuna , tagliare la striscia a metà ed intrecciare.


Cospargere le treccine con granella di cioccolata e zucchero....mettere in forno caldo  a 180g
x 10/15 minuti ...controllare la cottura...con la foglia si può anche aprire il forno per vedere la cottura ! Togliere conspargere con zucchro a velo ...mangiarle calde ...
...SEMPLICI E BUONE!!!

Buona merenda o colazione ..dalla vostra nonna Pat !!


martedì 13 novembre 2018

SFORMATO DI TAGLIATELLE IN CROSTA

Questo facilissimo sformato fa tantissima figura ed è semplicissimo da fare.
Io lo faccio se mi avanzano le tagliatelle al sugo di carne o di funghi, a volte le faccio avanzare volutamente, cucinandone 2 porzioni in più per poter fare il giorno dopo questo sformato.








SFORMATO DI TAGLIATELLE IN CROSTA




Ingredienti:
Tagliatelle al sugo di carne o di funghi circa 2 porzioni
Besciamella
noce moscata
parmigiano
2 confezioni pasta brisè




Fare la besciamella ,mescolando in un tegamino 2 pezzetti di burro circa 50 grammi con un cucchiaio di farina, formando una crema morbida .
Nel frattempo far scaldare il latte circa 2 bicchieri ed appena caldo aggiungerlo all'impasto di burro e farina, fuori dal gas, mescolare bene , poi rimettere sul fuoco per pochi minuti per far sciogliere senza grumi.
(se nella besciamella vi venissero dei grumi, basta passare tutto al mixer...segreto da non dire ai veri chef )
Mescolare la besciamella,con le tagliatelle aggiungere del parmigiano grattugiato e se vi piace della noce moscata.
Aprire e spianare una confezione di pasta brisè e con la sua carta forno, sistemarla in una teglia da forno con cerniera di circa 24 cm.




Riempire con l'impasto di tagliatelle, poi ricoprire con la seconda brisè, unendo i bordi tipo un cordoncino.
Fare con una formina delle stelle o cuori , con la pasta avanzata dai bordi decorare e lasciare un foro centrale per far uscire l'umidità.



Porre in forno ventilato a 180 gradi per circa 20 minuti, controllare la cottura ogni tanto ,per vedere di non far colorire troppo la pasta, ma neanche servirla cruda.



Ogni forno ha i suoi tempi !
Spero vi piacerà, vi mando un bacio
vostra nonna Pat

lunedì 12 novembre 2018

Un sogno dentro un sacchetto di mele cotogne!

Sono diverse mattine che faccio colazione con la marmellata di mele cotogne che vi ho postato.
Solo il primo giorno le ho mangiate con le fette biscottate, poi mi è tornata in mente la bella fetta di pane arrostito, che la nonna Olimpia mi riempiva con la sua meravigliosa cotognata ed ho ripreso questa abitudine!




Appena ho assaggiato la marmellata che ho fatto per la prima volta, mi si è presentata davanti lei , nonna Olimpia, con il suo bel grembiule bianco e la sua bella cucina profumata di caffè , che si affacciava sui campi di Ponte a Mensola, dove ho passato tante belle domeniche come vi ho raccontato .
E'stata una settimana di sensazioni, di ricordi ed anche di sogni.
Non vi ho mai raccontato che mio padre, dopo che la mamma volò in cielo, tutte le domeniche mattina andava a trovarla al cimitero, poi girava nei dintorni di Settignano, Vincigliata e Fiesole , posti che amava.
Li trovò un piccolo terreno agricolo a 10 minuti dal cimitero e lo comprò.
Ci andava in estate qualche domenica pomeriggio, si portava una sedia pieghevole e stava là a leggere il giornale.Quando era anziano lo voleva vendere, ma io non volli, valeva poco, ma sapere che lui lo aveva amato, mi faceva piacere tenerlo.
Poi anche io me ne sono un po'dimenticata, fino alla scorsa settimana.
 Eravamo al cimitero , siamo andati di venerdì, quest'anno pensavamo di non tornare per Ognissanti per un anno volevamo cambiare la tradizione.
E'suonato il mio cellulare ,era un signore che abita sotto a quel terreno che mi avvertiva che c'era un albero secco che era caduto.Abbiamo detto, che saremmo andati subito.
Lui mi ha risposto"No oggi e domani sono fuori, venite domenica mattina, tanto sicuramente per Ognissanti, tornerete al cimitero!"Ho fissato per la domenica, ed io e mio marito ci siamo guardati ed abbiamo detto ridendo "Orazio, anche quest'anno ha trovato il modo di farci essere qui"
La domenica siamo arrivati in anticipo all'appuntamento, il terreno deve essere ripulito , non pensavamo di trovarlo così. Mentre lo ossservavamo è passato un uomo con un Ape verde, si è fermato.
Mi ha chiesto se ero la figlia del Tangocci e parlava con molta simpatia del babbo.
Mi sono appoggiata allApe ed ho visto un grosso sacco di mele cotogne...lui se ne è accorto,mi ha chiesto se ne volevo un po'"Ne prenda quante ne vuole, io ho il terreno accanto a quello del suo babbo , qui le mele cotogne vengono benissimo!"
Ho ringraziato, senza farci molto caso, non conoscevo il sapore di quelle mele ed ero solo preoccupata di come far ripulire quel terreno.






Dopo aver parlato con il signore della casa sotto, siamo andati come ogni anno a pranzo fuori e dopo al cimitero.Il giorno dopo ho fatto la marmellata e ho subito riconosciuto in quel sapore antico, "La cotognata di nonna Olimpia ", la mamma del babbo.
Mi si è aperto un mondo lontano, ed è iniziato a balenare nella mente, l'idea di piantare meli cotogni nel piccolo terreno dimenticato
Sto accarezzando il sogno, che un giorno, le mie nipoti vadano là a cogliere quelle mele e ritrovino come ho ritrovato io il profumo ed il sapore di una fetta di pane fatta un tempo da nonna Olimpia e per loro da nonna Pat!
Forse non è stata un idea mia, forse il mio babbo dopo tanto tempo ha capito cosa fare di quel terreno e da quella telefonata, è iniziato questo semplice progetto che ora mi frulla in mente.
Vedo lui seduto sulla sedia pieghevole sotto un immaginario albero di mele cotogne mentre io e la nonna Olimpia  facciamo fette con marmellata per le nostre nipoti ...e lui che ride contento !
Quando riesci a tirar fuori un sogno da un  semplice sacchetto di mele , ti accorgi quanto è bella la vita!
Buona domenica dalla vostra nonna Pat❤

mercoledì 7 novembre 2018

Ricetta di "GNUDI " di nonna Beppina !

Quando la nonna Beppina faceva "Le Crespelle alla fiorentina", preparava anche "Gli Gnudi " per la sera o il giorno dopo.
Gli gnudi di spinaci e ricotta, sono una ricetta molto semplice e delicata se conditi con burro e parmigiano.
Sono ottimi anche conditi con sugo di carne.
Gli Gnudi
ricetta di nonna Beppina

x4 persone
300gr spinaci
200gr di ricotta di mucca o pecora (io preferisco di mucca, più delicata)
Farina qb
2 tuorli uova
noce moscata, sale, pepe
burro
parmigiano

Lessare gli spinaci in acqua salata, scolarli e strizzare bene, tritare grossolanamente.
Mescolare con la ricotta, salare, aggiungere noce moscata (se piace).
Aggiungere poca farina all'impasto e far riposare.
Preparare delle palline con l'impasto.



Passarle nella farina e far cuocere in brodo di pollo o anche semplicemente in acqua bollente salata,
appena vengono a galla metterle in un recipiente dove è stato preparato del burro fuso, spolverare con parmigiano e servire!
Sono ottimi anche il giorno dopo, passati in forno a gratinare.

Buon appetito con una nuova ricettina,
di nonna Pat e nonna Beppina !

lunedì 5 novembre 2018

MALFATTI AL SUGO DI CONIGLIO

Se mi voglio rilassare faccio la pasta in casa, con il veccio metodo tirata con il matterello, e amo molto i MALFATTI che mi permettono di fare forme senza troppa precisione , ma buonisimi !!





MALFATTI AL SUGO DI CONIGLIO



Ingredienti
400g di farina ( io uso quella antigrumi) ma va bene anche la 00
4 uova
un pizzico sale
olio

Mettere ulla pianatoia la farina a fontana , fare un buco centrale abbastanza largo da contenere le 4 uova, salare e con una forchetta mescolare le uova cercando di aggiungere la farina , girando girando si deve raccogliere tutta la farina aggiungere un filo di olio ed un filo di acqua , poi impastare senza troppo furia , per far scaldare con le mani l'impasto. Appena si è formata una bella palla liscia, lasciare a riposare sulla spianatoia per una mezz'ora.




Infarinare leggermente la spianatoia e con il matterello stendere lapasta fino allo spessore che vi piace ...io la faccio abbastanza fine , ma non troppo perchè prende meglio il sugo !!
Tagliare a rombi o triangoli come vi piace ....si chiamano MALFATTI propri perchè non importa siano fatti bene, infarinare leggermente perchè non si attacchino in attesa di essere cotti .




Mettere a bollire acqua salata e buttare i Malfatti un pò per volta .

Far poi saltare nella teglia con il sugo che avrete preparato in precedenza ...io li ho fatti col SUGO DI CONIGLIO  che vi ho MOSTRATO QUI ... poi servirli con una bella spolverata di parmigiano!!

Buon appetito dalla vostra nonna Pat!



domenica 4 novembre 2018

4 novembre 1966....la mia alluvione

Purtroppo in questi mesi abbiamo visto tantissime alluvioni in luoghi diversi ed a volte anche 2 volte negli stessi luoghi.
Io sono sempre molto colpita da questi eventi perché ho vissuto questa esperienza il 4 novembre del 1966.
Oggi faccio un salto di anni, e da bambina come ho scritto nei racconti passati,passo ai 18 anni e vi racconto la mia alluvione...

Il 3 novembre il babbo tornò a cena e raccontò che tutti dicevano che l'Arno sarebbe esondato, noi abitavamo al pian terreno alla fine di via del Ghirlandaio, quasi sul Lungarno.
Sembrava impossibile che fosse vero, io ero una ragazzina e non mi rendevo conto che sarebbe potuto succedere sul serio, la nonna Beppina non capì bene la gravità della cosa e ce ne andammo a letto senza troppa ansia...
Il babbo si alzava sempre molto presto al mattino, il 4 novembre a quei tempi era festa nazionale, ma lui alle 6 si alzò, si preparò ed andò a vedere l'Arno, ma prima venne a svegliarci e disse di vestirci perché ci poteva essere bisogno di andare via da casa.
Avevamo appena fatto colazione che lui tornò trafelato urlandoci: "Presto...presto scappiamo!!! ho la macchina qui davanti a casa, scappiamo l'acqua sta arrivando tra pochi minuti non sarà più possibile andarsene!!!"
La nonna prese la borsa, il cappotto ed io il mio, non prendemmo altro, non ci fu tempo di pensare a cosa prendere...montammo velocemente sull' auto del babbo e mentre ce ne andavamo mi girai e dal finestrino vidi una "fiumana" marrone invadere la nostra strada, con una potenza tale che sembrava una enorme cascata di fango...

Accompagnammo la nonna a casa di parenti che stavano lontani dall'Arno ed io ed il babbo andammo a Prato dove lui aveva una piccola ditta ed io ero fidanzata da poco con Bruno.
Quando arrivammo a casa dei miei suoceri, nessuno riusciva ad immaginare il diluvio che si stava abbattendo su Firenze...qui tutto era normale, anzi c'era anche un timido sole...che sembrava vergognarsi ai nostri occhi di padre e figlia alluvionati...e disperati...
Tutti si dettero da fare per ospitarci, io la sera rimasi a dormire dai miei cognati, sposini da 2 mesi, il babbo tornò a Firenze da "quella" che vi presenterò nei futuri racconti, che allora era la sua fidanzata.
Non funzionavano i telefoni, neppure nelle zone non alluvionate, e non sapevo quando avrei rivisto il babbo, ci separammo piangendo di questa nuova disgrazia che si era abbattuta sulla nostra vita.
Ero contenta di stare a casa di Bruno, il mio ragazzo, la sua famiglia mi voleva molto bene e mi dettero tutto ciò che mi mancava...io avevo solo gli abiti con cui ero scappata.

Passarono 3 giorni prima che si potesse entrare in quella che era stata la nostra casa...
Mio cognato fu il primo ad entrare passando dalla porta posteriore, Bruno mi teneva, non voleva che vedessi il disastro...io mi divincolai e scivolando in quella melma che aveva ricoperto tutta la mia vita passata ...entrai in quel disastro...tutto era rotto, distrutto,  3 metri di acqua alta come i soffitti di casa, avevano rovesciato armadi, letti, sedie, i pesci morti erano dappertutto.
Mentre io piangevo abbracciata a Bruno arrivò il babbo, non disse nulla... bianco in volto con le lacrime che scendevano in silenzio, si diresse verso la sua camera, aveva con sé un sacco di plastica che si era procurato, aprì a forza un cassetto di quello che era il suo cassettone.
Lo guardavo e non capivo, lui cominciò a togliere manciate di fango che nascondevano le foto della mamma e della nostra famiglia, vuotò il cassetto e riempì il sacco,  poi abbracciò me Bruno e chi era con noi per aiutarci e disse: "Per me potete buttare via tutto, mi interessa solo salvare le foto di mia moglie...tutto il resto, se avrò la salute lo potrò rifare, ma queste non me le potrà rendere nessuno se non le salvo subito"


Se ne andò via con il  suo prezioso sacchetto gocciolante di fango...ed è grazie a questo suo gesto che ancora oggi posso godere di quelle foto che lui lavandole una ad una ha salvato dall'alluvione, e posso farvele vedere ogni domenica su qusto blog.

Ritornerò indietro nei prossimi racconti per continuare a parlarvi degli anni che hanno preceduto questo episodio, ma il racconto di oggi potrebbe essere quello con cui concludere la storia della mia infanzia ed adolescenza, perché come nelle favole...il principe salvò la cenerentola, questa volta "alluvionata" ah ah ah!

...1 mese e mezzo dopo, il 31 dicembre 1966 mi sposai con il mio principe...e così come nelle favole...dopo tante peripezie...il principe e la sua sposa...si incamminarono verso la loro vita ...
Il babbo dopo pochi mesi lasciò la "tizia" e si trasferì a Prato e dopo tanti sacrifici ritrovò la sua serenita'.
A volte non tutto il male vien per nuocere, a me l'alluvione ha portato bene....cosa volere di più dalla vita...un lucano?....io no, lo lascio a voi ah ah ah
Io ancora dopo 48 anni scelgo il mio principe azzurro....pratese!

Buona domenica dalla vostra nonna Pat !!

giovedì 1 novembre 2018

Ognissanti... giorno di festa per noi !!

Quando ero piccola non sapevamo per niente cosa fosse HALLOWEEN....
 come non esisteva "Fare il Ponte" , nel senso di andare via il 1 novembre anche se fosse stato un giorno che veniva vicino alla domenica.
Non è mai esistito non andare al cimitero il Primo novembre!!
Mio padre e mia nonna, comprarono un sepolcreto dove andarono ad "abitare il nonno Baldo e la mamma", così per noi andare al cimitero voleva dire andare a trovarli e dedicare tutto il pomeriggio del primo novembre a loro.


Una settimana prima , le zie cominciavano a parlare di come mi avrebbero vestita, mi provavano il
cappotto dell'anno prima o se era un po' piccolo , velocemente la sarta della zia Giancarla me ne cuciva uno nuovo, perché non si poteva andare al cimitero vestiti male.

Mi compravano le scarpe nuove ed anche cappello e guanti , perché allora era sempre freddo, c'era anche un detto "Per OGNISSANTI manicotti e guanti!!!

Si pranzava tutti a casa della nonna Olimpia a Ponte a Mensola , veniva anche la nonna Beppina.
Il cimitero è a Settignano un paese sopra a Ponte a Mensola così si faceva presto ed eravamo sempre i primi ad arrivare e gli ultimi ad andare via.
 A mezzogiorno tutti a tavola, poi il babbo io e le nonne prendevamo il "FILOBUS" che ci lasciava un po' lontani , ma era ed è ancora così bello il paesaggio di Settignano, che quella passeggiata che ci separava dal cimitero se non pioveva era molto piacevole.



Settignano è stato molto amato da Gabriele D'annunzio che abitava in una villa chiamata:
" La Capponcina, e da Bernard Berenson un americano storico d'arte che ha creato la famosa università per stranieri a Villa Tatti.... un paesaggio da poeti scrittori!!

Se anche pioveva a dirotto , il babbo era intransigente si DOVEVA ANDARE e rimanere davanti al sepolcreto, finchè non era stata data la benedizione.

Durante il tragitto ci fermavamo a prendere lo zio del babbo, Piero la cugina Pierina,che arrivava con marito e figli  e via via che ci si avvicinava al cimitero si aggregavano altri amici e parenti ed il corteo diventava sempre più folto , perché il babbo conosceva tutti !

Dopo che eravamo arrivati ed essersi fatti il segno della croce e detto una preghiera , il sepolcreto diventava un salotto ,arrivava l'amico del babbo, che aveva recitato con lui ed Albertazzi( apro una parentesi per dire che Albertazzi la scorsa settimana a Ballando con le stelle ha ricordato che era un ragazzino timido che viveva a Ponte a Mensola e che ha cominciato a recitare per vincere la timidezza, non disse che lo portò il mio babbo a recitare , ma fu proprio così ),arrivava la Marisa che chiamavamo Maria quando era a servizio da noi, arrivava l'amica del cuore della zia Bianca e tutti mi accarezzavano , mi dicevano , " Bellina, piccolina , tesorina , ecc ecc " io mi sentivo molto importante , alla fine non era poi tanto male non avere la mamma , tutti si preoccupavano di essere gentili con me, ed io a volte non ricordavo più che dentro a quel sepolcreto c'era Lei.




Questa abitudine è continuata per anni anzi dal 1957....non si è mai interrotta , perché anche dopo che  mi sono fidanzata ...si andava TUTTI al cimitero, ritrovando via via le solite persone invecchiate!!
 Poi è arrivato il tempo dei figli con cui abbiamo continuato a passare questo giorno davanti al sepolcreto anche se nè mio marito nè i miei figli avevano conosciuto la nonna né altri abitanti del sepolcreto, che era ancora più abitato adesso che c'era anche La Beppina e lo zio Romano.
Nel frattempo gli amici del babbo ..diminuivano ogni anno, ed eravamo noi ad andare a portare loro un fiore, ma il babbo imperterrito , andava e VOLEVA che ci andassimo fino all'ultimo anno della sua vita.
Quando c'erano i "Ponti " a volte provavo cautamente a dire " Babbo sai noi quest'anno si pensava di andare il giorno prima al cimitero" e Lui diceva solo "FAI COME VUOI"....per me dire fai come vuoi , significava  un divieto e mai abbiamo trasgredito al suo volere, non siamo mai mancati a questo appuntamento, ma ci siamo organizzati.

Si partiva la mattina e dopo una breve visita ai cimiteri di Prato, si andava a Firenze prima si mangiava al ristorante , per far contenti i bambini, poi cimitero, fino al crepuscolo, e dopo cinema...così senza accorgercene, il Primo Novembre è sempre stata una festa e  l'aspettavamo con gioia per ripetere il nostro rituale!
Anche  mia figlia continua a venire con la sua famiglia ,e le bambine corrono disinvolte intorno al sepolcreto.
Per noi andare a Settignano è diventata una abitudine che non ha niente di triste mio padre  se anche qui si fosse potuto come fanno in altri paesi, ci avrebbe fatto anche un picnic  vicino a quella che adesso è la sua casa e che forse sarà anche quella mia e di mio marito.
Infatti un giorno parlando per caso dove vorremmo andare quando sarà il momento, lui mi ha risposto" Dove vuoi andare se non a Settignano, quella ormai da quanti primi novembre ci abbiamo passato la sento casa mia !"  Passare l'eternità con il suocero e la suocera più nonna Beppina & company....ma siamo sicuri ??? " Pensiamoci bene perché poi sarà impossibile cambiare casa !!!

Buona domenica dalla vostra nonna Pat


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...