C'è un libro che è nella classifica dei libri più venduti questo mese su IBS , si chiama "VITA DA COMMESSA".
Lo ha scritto una ragazza, molto brava a fare vignette ed a riportare le scenette che ogni giorno accadono nei negozi.
Le povere commesse, che dalla mattina alla sera si trovano in situazioni divertenti, imbarazzanti , stressanti e via dicendo, che lavorano tutte le domeniche, ponti e festività varie, sono rappresentate benissimo dall'autrice.
Se ci avevamo pensato prima, potevamo scriverlo anche io ed Erika, perché ogni giorno è una pagina intera da raccontare per come dobbiamo districarci in negozio!
Dal di fuori, sempre che fare questo lavoro sia un divertimento.
Mi dicono tutti come vorrebbero essere al posto mio alle sfilate, a vedere i campionari ,a sceglierli.
A volte mi scappa da ridere, quando in negozio vedo persone che non si decidono a scegliere tra 2 modelli e ci ragionano mezz'ora, chiedendo il parere di mariti, suocere ed anche inviando foto per farsi consigliare da casa.
Vorrei proprio vedere queste stesse persone come farebbero a decidere in un ora, davanti ad un rappresentante, con carrelli pieni di modelli di campionari,6 mesi prima della stagione di vendita.
Come farebbero a scegliere con decisione cosa sia giusto comprare per il proprio negozi che vada bene alla maggioranza della clientela.
Perché la cliente indecisa tra 2 modelli ,se torna a casa e ha cambiato idea, può anche riportare e cambiare il capo, noi negozianti, una volta che arriva la merce in negozio, dobbiamo solo sperare di aver fatto la scelta giusta, perché nessuna ditta ti riprende la merce che hai scelto.
Per non parlare dei rappresentanti, tutti cari amici finché compri quanto vogliono loro, ma appena si fa tanto di distrarsi, danno la stessa ditta ad altri negozi e devi sperare solo di aver avuto più gusto o fiuto del tuo concorrente nella scelta dei modelli, altrimenti ti sei giocata la stagione.
Il gusto, l'intuito del negoziante è quello che fa la differenza tra i negozi, infatti il negozio lo fa la personalità di chi compra.
Chi compra ha la più grossa responsabilità e dagli acquisti fatti bene o fatti male, si decide tutto il risultato finale della stagione.
Molta importanza ce l'ha anche chi vende, ma se anche una fosse una bravissima commessa, ma non ha il prodotto giusto da vendere, il risultato finale è un disastro.
Fare il negoziante è come montare ogni giorno su una automobilina a scontro e cercare di schivare il più possibile gli ostacoli che trovi intorno quotidianamente.
Devi schivare i rappresentanti non seri, i concorrenti agguerriti, le ditte con pretese assurde i clienti arroganti che credono di entrare in un negozio come se fossero in un centro commerciale, dove si entra si esce , senza salutare, toccando la merce con le mani sporche di gelato o pizza e se per caso ti avvicini, pensano che tu voglia per forza vendere qualcosa!
In effetti se per riempire tutto il negozio, di questo ben di Dio che c'è , noi abbiamo dovuto fare km e km per andare a cercare le ditte, fare campionari,di domenica, ore di pranzo, dopocena...scervellarsi per avere il prodotto giusto, non dormire la notte, per gli impegni presi....mi sembra il minimo che ci piaccia vendere e non sentirsi rispondere male, se chiediamo:
"Posso aiutarla?"
"Sto guardando, perché non si può? ", mi ha risposto uno oggi con arroganza.
Volevo rispondere"No non si può", perché bastava che mi rispondesse con gentilezza:
"Grazie, faccio un giro, poi le chiedo"
Ma con arroganza, non lo permetto!
Perché il cliente non ha sempre ragione, quando pretende di entrare in un negozio di cose belle, tenute e comprate con amore e toccare tutto con noncuranza come se fosse al mercato...purtroppo molti oggi nei negozi si comportano così, mettendo a dura prova la nostra pazienza.
Questa commessa, forse esasperata da tanta maleducazione, la sera si sfogava disegnando e scrivendo su FB, le proprie angosce e scrivi oggi scrivi domani, ha fatto questo divertentissimo libro.
Sarei curiosa di sapere se tra tutti quelli che hanno comprato il libro , qualcuno si riconosce nelle sue vignette, o se lo hanno comprato solo commessi e negozianti che in ogni vignetta hanno ritrovato un po'della propria giornata e si sa che mal comune è mezzo gaudio!
Per fare questo lavoro, non bisogna essere normali!
Di anormali siamo in tanti e chi fa il nostro mestiere ,un giorno si ed un giorno no, promette che deve smettere, ma poi ogni mattina si ricomincia!
Come gli attori in teatro appena si apre il palcoscenico, si ricomincia a recitare la nostra parte, perché come gli attori aspettano l'applauso, noi aspettiamo il cliente che crede in noi, che ci gratifica che ci da la voglia di ricominciare il nostro tra tran!
Buona domenica, dalla vostra nonna Pat❤
Troppo forte,mia cara Pat!Anche io che faccio l'insegnante mi ci ritrovo nelle tue descrizioni...certo il lavoro è diverso,ma quanta fatica con i genitori arroganti e i bambini non educati che in classe devono imparare tutto,da come si mangia,come si saluta,come ci si diverte,per non dire come si impara...mestiere difficilissimo...Forse oggi per tutti è più difficile!Un abbraccio
RispondiEliminaPovere insegnanti, non vorrei essere al vostro posto!
RispondiEliminaI genitori che non insegnano educazione ai propri figli, non vogliono sentirselo dire che se hanno figli ignoranti, moltacolpa è loro e se la rifanno con voi , lo so bene in negozio le sento le lamentele delle mamme!Se poi un figlio va male a scuola, la maestra è cattiva, se va bene un altro bambino è perché la maestra lo ha preso in simpatia! Io non potrei fare il tuo lavoro, mi verrebbe troppa voglia di alzare le mani o prendere una bacvhetta, come quando ero piccola io e ce la tiravano sulle dita! Un abbraccio, grazie buona settimana😚😚😚
Cara Pat io sono fisioterapista e mi ritrovo nelle ole tue e di Lorenza,oggi qualsiasi mestiere mette a dura prova chi lo esercita con passione perché la maleducazione ha preso piede e tutti si sentono in diritto di fare ciò che si vuole senza rispettare nessuna regola del vivere civilmente.valentina
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